Con il gioco si diventa creativi

Il gioco è il vero responsabile del successo dell’Homo Sapiens

Il gioco è il reale artefice dello sviluppo del pensiero astratto e simbolico, padre del linguaggio e del pensiero creativo che caratterizzano la specie umana rispetto a tutte le altre specie animali. Una ricerca dell’Istituto Max Planck per l’Antropologia Evoluzionistica di Leipzig pubblicata sulla rivista New Scientist, ha avvalorato l’ipotesi secondo cui nella durata e nella qualità dell’infanzia, ovvero al gioco legato ai primi anni di vita, risiede la sostanziale differenza fra l’uomo moderno, diretto discendente dell’Homo Sapiens, ed una specie di ominide contemporanea e strettamente affine ai Sapiens: l’Homo di Neanderthal. Secondo la ricerca, il comportamento dell’Homo di Neanderthal, abile costruttore di utensili  e dotato di una socialità avanzata, era molto simile a quello dei suoi cugini Sapiens, ma presentava una differenza sostanziale che molto probabilmente ne ha causato l’estinzione, circa 30.000 anni fa.

Questo ominide, sebbene fosse robusto e con una forte capacità di adattamento, aveva un’infanzia particolarmente breve a causa delle ostili condizioni ambientali in cui viveva, che costringevano i piccoli ad una crescita precoce e a lottare sin dalla tenera età per la sopravvivenza. Raggiungere lo stato di autonomia dalla madre in così breve tempo, a scapito dello spazio dedicato al gioco, ebbe ripercussioni decisive sullo sviluppo del cervello dei Neanderthal, frenando la loro capacità di astrazione; uno strumento che, invece, si è rivelato vincente nella selezione naturale dei nostri progenitori Sapiens. L’importanza del ruolo dell’infanzia nel corso dell’evoluzione dell’uomo, riflette il momento più delicato nella crescita dell’individuo moderno, in quanto sono proprio le prime esperienze a forgiare il futuro adulto. Sebbene nell’arco della vita le specifiche esperienze vissute da ciascuno di noi continuino in qualche modo a cambiarci, la tenera età è la fase della crescita che “marca” indelebilmente la nostra personalità ed il nostro modo di stare al mondo. Il gioco, in particolare, è l’attività che sottopone il cervello del bambino ad una ginnastica fondamentale per la sua salute psichica e per lo sviluppo di abilità cognitive simboliche. La dimensione ludica, infatti, allenando la mente a reagire con la fantasia e l’immaginazione a stimoli sempre nuovi e a trovare soluzioni versatili agli imprevisti che il gioco stesso viene a creare, aiuta il bambino a sviluppare abilità mentali che potremmo credere innate e del tutto naturali, come la gestione dei rapporti sociali e lo sviluppo dell’intelligenza, ma che in realtà hanno una radice culturale, dipendendo soprattutto dal modo in cui il bambino ha interagito con il mondo esterno. È il gioco, dunque, che ha determinato il successo evolutivo della nostra specie sulle altre a noi cugine, così come è il principale responsabile, oggi, del sano sviluppo cerebrale dei nostri bambini e dell’incremento della loro creatività.

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