Intervento del Professor Tirelli durante un convegno dell’UCID a Latina
Il Professor Tirelli, Direttore Dipartimento di Oncologia Medica Istituto Nazionale Tumori di Aviano, sottolinea che l’energia nucleare è più pulita e sicura di quella proveniente dai combustibili fossili. “Nel mondo – spiega il Professor Umberto Tirelli durante un intervento sul Nucleare e la salute in un convegno organizzato dall’UCID di Latina – gli impianti nucleari operativi sono 436 situati in 30 paesi, tra i quali Francia, Giappone, Russia, Cina, India, Finlandia, Germania, Svizzera, Spagna, Svezia e Stati Uniti. Oltre a questi, altri 30 paesi stanno prendendo in seria considerazione l’opportunità di dotarsi di energia nucleare, tra i quali Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Israele, Polonia, Bielorussia. Come autorevolmente certificato anche dal prof. Umberto Veronesi, dovrebbe essere chiaro che, sia dal punto di vista ambientale che da quello sanitario, l’energia nucleare è notevolmente più sicura di quella proveniente dai combustibili fossili in generale, molto diffusa nel nostro paese. Basti guardare quanto sta succedendo nel Golfo del Messico per l’estrazione del petrolio, i danni immensi che questo ha provocato per un errore fatale della tecnologia.
Quando si parla di Chernobyl, si dimentica di precisare che l’incidente non si è verificato per un deficit di carattere tecnico della struttura, pur fatiscente e degna di miglior manutenzione e considerazione, ma per un drammatico atto criminale basato su un azzardato test di sicurezza che ha portato a superare ben quattro allarmi rossi, tutti ignorati. Per quanto riguarda i danni sanitari, contrariamente a quanto si possa pensare, la prima causa di morte per la popolazione di Chernobyl non sono stati i tumori ma i suicidi, per il drammatico danno economico, sociale e psicologico provocato dall’incidente. Oggi, con la tecnologia a disposizione, la sicurezza delle centrali è certa perché si bloccano automaticamente appena si verifica anche il minimo problema. Il nucleare è fonte di energia potente e pulita al contempo e sostituisce tecnologie che invece portano ad inquinamento e a morte per tumori, come quelle che fanno capo al carbone e al petrolio. Infine, – conclude il Professor Tirelli – nei paesi come la Germania dove le centrali nucleari sono presenti da molto tempo, l’81% della popolazione le ritiene indispensabili per assicurare la copertura energetica del paese. È quanto emerge da un sondaggio condotto dall’Istituto Forsa per conto del settimanale “Focus”, secondo il quale solo il 15% dei tedeschi sarebbe disposto a farne a meno. Dal 1975 al 2003 uno studio promosso dal Consiglio di Sicurezza Nucleare (CSN) e dall’Istituto di Sanità Carlos III ha valutato 8 milioni di persone che vivevano in più di 1000 comuni situati nel raggio di 30 km dalle 9 centrali nucleari della Spagna. Lo studio non ha rilevato alcun aumento della mortalità per cancro associato al funzionamento degli impianti”.
Alessandro Mangoni