In Italia l’Astronomia è Donna

Presenza femminile In crescita

Nonostante la percentuale di ricercatrici donne nel campo della scienza astronomica in Italia si fermi solo al 27%, il Belpaese si attesta al terzo posto nel mondo per presenza di donne rispetto ai colleghi uomini, preceduto da Argentina e Ucraina.

Il 27% dei ricercatori italiani iscritti all’IAU (International Astronomical Union) appartiene al genere femminile, e la percentuale sale al 32% per gli iscritti all’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica).

Questi dati sono suscettibili di una doppia lettura: da una parte, infatti, le percentuali sono maggiori rispetto ai secoli passati, nel corso dei quali, nonostante i grossi contributi della “scienza al femminile”, le donne venivano seriamente discriminate dagli ambienti accademici scientifici tout court; dall’altra, le donne in questi ambienti rappresentano ancora una minoranza.

DONNE ASTRONOMIA

L’aspetto curioso è che i dati positivi si raccolgono in paesi di origine cattolica, invece che protestante. È proprio in questi ultimi, infatti, che l’ascesa al potere del mondo femminile è, generalmente, molto meno ostacolata.

A parte ciò, dall’INAF arrivano anche alcuni commenti rispetto alle concrete difficoltà che una donna può trovare nel momento in cui decide di voler intraprendere una carriera accademica, in particolar modo nel mondo della Fisica e della Matematica.

Quella nei confronti delle donne non sarebbe una discriminazione esplicita ma si svilupperebbe attraverso due dinamiche: la prima, che ritroviamo un po’ in tutti i settori lavorativi, è  legata al suo impegno in ambito familiare e, più nello specifico, alla maternità. Da questo punto di vista, la donna si trova sempre di fronte a un bivio: il lavoro o la famiglia. Il secondo aspetto riguarda prettamente le regole del mondo accademico, e in particolare l‘indice H, che valuta l’importanza degli scienziati in base al numero di pubblicazioni e al numero di citazioni ricevute.

Ne consegue che una donna incappa in molti più ostacoli se ambisce a un posto di rilievo come la presidenza di un istituto importante.

Un modo per colmare il gap tra mondo maschile e femminile in ambito scientifico, e non solo, consisterebbe nel di regolamentare la ricerca per migliorare la qualità del lavoro e coordinare il rapporto tra lavoro e vita private.

 

Silvia Petrianni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *