Quanti capricci a tavola quando mettiamo sul piatto dei bimbi un contorno di verdure! Eppure basterebbe accompagnare fagiolini e cavolfiori con una semplice salsina per convincere anche i più piccini a mangiarli in tutta tranquillità. È quanto afferma uno studio psicologico dell’Arizona State University pubblicato sul Journal of the Accademy of Nutrition and Dietetics, secondo cui questo semplice trucco presenterebbe in modo appetitoso le pietanze più odiate dai bambini e insegnerebbe loro a consumarle regolarmente. Basta provare inizialmente a servirli con una salsa che sia già conosciuta e amata dal piccolo e, in questo modo, per una semplice associazione del pensiero, il bambino sarà predisposto positivamente verso le verdure e incoraggiato a mangiarle.
La ricerca è stata svolta su un campione di 29 bambini fra i tre e i cinque anni ed ha coinvolto anche i genitori, a cui è stato chiesto, tramite un questionario, di indicare il gradimento dei propri figli verso una varietà di 11 ortaggi. Ai bambini, invece, sono stati serviti a tavola cavolfiori e cavolini di Bruxelles bolliti, conditi con una gustosa crema al formaggio particolarmente gradita ai piccini, che ha reso le pietanze appetibili. Dopo una settimana di pasti di questo genere, l’equipe di studiosi ha eliminato la salsa dalle pietanze e tutti i bambini hanno continuato ugualmente a mangiare le verdure, dimostrando che il trucco delle salse è utilissimo per imparare ad apprezzare i sapori poco amati. Ogni mamma, quindi, può stare tranquilla. A tavola basta armarsi di salsine e salsette per garantire ai nostri figli la dieta equilibrata e ricca di vitamine di cui hanno bisogno e per educarli ad un’alimentazione corretta, ricca di frutta e verdura.
Oltre alla rilevanza fondamentale che i cibi vegetali rivestono per la crescita sana del bambino, gli studiosi spiegano che coltivare una buona abitudine alimentare durante la tenera età è importante perché ha effetti duraturi nella vita di una persona. Inoltre, essi sono convinti che, se al posto dei bambini l’esperimento fosse stato somministrato a degli adulti, l’esito del test non sarebbe stato affatto diverso.
Stefania Cocco