LA CRISI NON FERMA IL BIOLOGICO, AUMENTANO GLI ACQUISTI DEI CIBI SALUTISTICI
Per quanto riguarda il “bio” proprio i prodotti dell’ infanzia hanno fatto registrare incrementi del 43 per cento
In una fase in cui il nostro paese e il sistema economico internazionale sembra affacciarsi sulla più temuta delle ultime crisi economiche mondiale, per il “bio” e i così detti cibi salutistici si registra un sorprendente boom; i prodotti con certificazione biologica hanno avuto negli acquisti domestici una crescita pari al 9,7 per cento in rapporto all’anno precedente.
Per la lingua italiana, biologico significa relativo alla biologia o agli esseri viventi ed è difficile legarlo ad “alimentazione”. L’interpretazione più corretta di “alimentazione biologica” è la sua derivazione da “agricoltura biologica”, quella forma di agricoltura che utilizza concimi organici (ecco il “biologico”) anziché fertilizzanti chimici, predatori naturali (riecco il “biologico“) anziché pesticidi ecc. Quindi: alimentazione biologica significherebbe un’alimentazione che usa prodotti derivanti da agricoltura biologica.
Dall’ ultimo studio del CNR emerge quanto una dieta impostata su tali valori apporti vantaggi da un punto di vista nutrizionale non comparabili a quelli derivanti dall’ agricoltura tradizionale. Il limitato uso di fertilizzanti a base azotata e pesticidi al potassio si traducono nel prodotto finito con una maggiore ricchezza di proteine vitamine e acidi grassi essenziali e una conseguente carenza di sostanze molecolari dannose per il nostro organismo come anidridi solforose e metalli pesanti. Per quanto riguarda il “bio” proprio i prodotti dell’ infanzia hanno fatto registrare incrementi del 43 per cento. Da una ricerca dell’ università del New Castle risulta che il latte biologico è più ricco di vitamine rispetto a quello proveniente dagli allevamenti tradizionali e che consumandolo in gravidanza riduce il rischio di malattie nel bambino. Tale incremento riguarda anche i salumi e gli elaborati a base di carni nonché gli ortofrutticoli freschi e trasformati. Risulta positivo il dato delle vendite presso la grande distribuzione organizzata (supermercati e ipermercati) mentre arretra il “bio” nel canale discount.