La gentilezza vince il bullismo

La gentilezza vince sempre

SPINGERE I BAMBINI ALLA COLLABORAZIONE DISINCENTIVA GLI ATTI DI VIOLENZA

Il bullismo è un argomento di cui si discute molto negli ultimi anni, probabilmente non perché ci sia stato un incremento consistente di casi ma perché è cambiato lo sguardo nei confronti dei minori e della violenza – verbale o fisica. Generalmente si cerca, da un lato, di tutelare maggiormente bambini e ragazzi, dall’altro, la qualità dei rapporti tra genitori e figli non è sempre delle migliori. Il contesto familiare, secondo gli specialisti, è una delle cause principali del verificarsi di questo fenomeno.
Secondo un recente studio dell’Università della California, si può combattere il bullismo aiutando i bambini a sviluppare un atteggiamento gentile. Ciò non basta a mettere a tacere chi pratica sistematicamente atti di violenza. L’obiettivo dei ricercatori è più ampio e diretto a modificare le modalità con cui i bambini si rapportano non solo tra di loro ma con la famiglia e il resto della società. Dunque, partire dai bambini per costruire un mondo migliore.

Lo studio è stato condotto su 400 studenti tra i 9 e gli 11 anni. Gli è stato chiesto di parlare della loro felicità e di indicare i compagni di scuola con cui preferivano lavorare. Sono stati, poi, divisi in due gruppi. Ai componenti di uno è stato chiesto di agire con gentilezza durante la giornata: condividere la merenda con un compagno, abbracciare la mamma nei suoi momenti di stanchezza o ricordare i momenti belli.
Dopo quattro settimane, ai 400 bambini sono state poste le stesse domande di partenza. È risultato che i due gruppi erano ugualmente felici ma gli studenti che erano stati spinti ad agire con bontà avevano aumentato la cerchia di compagni con cui avrebbero piacevolmente collaborato per le attività scolastiche.
L’interpretazione che gli studiosi hanno dato è che incentivare la collaborazione tra gli studenti significa disincentivare gli atti di bullismo che, non affermandosi come modello comportamentale prevalente, non avrebbero successo, e potrebbe addirittura contagiare positivamente il bullo in questione.
Possiamo parlarvi di un altro studio, riportato nel libro di Daniel Goleman e il Dalai Lama. Il Lama Oser, europeo convertito al bullismo, ha partecipato a una serie di esperimenti, uno tra questi il confronto verbale con due scienziati molto importanti. Un premio Nobel dal carattere dolce e amabile e un altro personaggio del mondo scientifico, noto per la sua aggressività. Durante queste conversazioni, l’attività fisiologica dei tre e la loro mimica facciale è stata monitorata. Ne è conseguito che il premio Nobel e il Lama Oser hanno avuto una conversazione piacevole discutendo dei motivi delle loro divergenze di idee.
Nel secondo caso l’attività fisiologica del Lama rimaneva la medesima ma la sua mimica cambiava, cioè sorrideva di meno. Mentre, dal monitoraggio appariva che lo scienziato dal carattere difficile aveva avuto inizialmente un bel turbamento emotivo che, tuttavia, era andato scemando nel corso della conversazione, al termine della quale, la dolcezza aveva vinto.

Articolo di Silvia Petrianni

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