non è un trauma ma un’ottima opportunità di vita
A differenza di ciò che pensano il 58% delle famiglie italiane, l’asilo nido a partire già dai tre mesi di età non rappresenta un momento traumatico per il bambino ma un passaggio importante per accrescere da subito le sue capacità cognitive, affettive e psicologiche. È il risultato della ricerca promossa dalla Fondazione Agnelli e firmata da Daniela Del Boca e Silvia Pasqua, docenti di Economia Politica dell’Università di Torino. In Italia l’accudimento dei piccoli, soprattutto nei primi anni di vita, è affidato ai nonni. In realtà, questo periodo di età è fondamentale per lo sviluppo della struttura psicologica di base che lo accompagnerà per tutta la vita. Non si tratta di “abbandonare” i propri pargoli in un asilo nido per tutto il giorno ma di dargli la possibilità di cominciare a sperimentare fin da subito la socialità, a sviluppare al fiducia verso se stessi e, perché no, l’indipendenza.
Nell’ambito di questo “progetto”, la relazione con la famiglia non è messa da parte, anzi, il rapporto dei genitori con la struttura in cui il piccolo viene ospitato è elemento essenziale di questo percorso di sviluppo. Per quanto si possa essere scettici, i primi 3 anni di vita sembrano essere davvero fondanti per l’adulto che verrà, soprattutto rispetto a elementi che abbiamo già nominato, come la sfera dell’affettività. Il bambino inizia a fare piccolissimi passi nella gestione di momenti come il pasto, la nanna, il gioco. Ne consegue che il rapporto con i genitori migliora, in quanto inizia a far breccia dentro la psicologia del bambino il senso di piacere rispetto ai momenti passati con la mamma e al papà, sempre meno legati al solo bisogno. Un processo che, ovviamente, giungerà a termine molti anni dopo ma che, secondo diversi ricercatori, prima parte e meglio è per il futuro adulto. Dunque, l’asilo nido dovrebbe rappresentare un prolungamento della struttura familiare. Per quanto siamo inclini a vedere i piccoli sotto i tre anni come esseri indifesi, dobbiamo renderci consapevoli del fatto che già a partire dal secondo anno essi sperimentano e sviluppano il senso di cooperazione e iniziano a esprimere preferenze. Cosa importantissima è che il gruppo, già a quest’età, comincia a svolgere un’azione normativa e disciplinare.