Gli aumenti dei prezzi nei prodotti alimentari costeranno alle famiglie italiane complessivamente nel 2008 un cifra aggiuntiva di 8 miliardi di euro rispetto agli importi spesi lo scorso anno. E’ quanto emerge da una elaborazione della Coldiretti sul base del rapporto Ref per Ancc – Coop dalla quale si evidenzia che la maggiore incidenza è dovuta, nell’ordine, ai rincari per pane e cereali, latte, formaggi, uova e carne.
L’incremento medio di spesa alimentare per il 2008 è stimata in 332,00 euro annuali per ciascuna delle circa 24 milioni di famiglie italiane censite dall’ISTAT anche se i maggiori rincari si fanno sentire per le famiglie numerose con tre o piu’ figli che arriveranno a spendere 476,00 euro in piu’ all’anno.
Tra i prodotti che pesano di piu’ sull’incremento della spesa delle famiglie ci sono il pane ed i cereali per circa 140,00 euro, il latte ed i suoi derivati per circa 60,00 euro e la carne per 48,00 euro.
Ma i soldi in piu’ spesi dagli italiani finiranno per finanziare soprattutto – precisa la Coldiretti – la logistica e la distribuzione commerciale. Infatti, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all’industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori che devono affrontare, però, i costi crescenti delle materie prime e dell’energia.
Si tratta della dimostrazione evidente dell’esistenza di distorsioni nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola in una situazione in cui – sottolinea la Coldiretti – il prezzo del grano dall’inizio dell’anno è calato del 40% mentre il latte alla stalla è venduto sui 42 centesimi al litro e gli animali di allevamento sono fermi su quotazioni insostenibili per le stalle italiane
A favorire la crescita dei prezzi nell’agro-alimentare – continua la Coldiretti – sono soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro. Infatti il prezzo del latte moltiplica di circa il 241% nel suo percorso dalla stalla allo scaffale mentre il grano subisce aumenti del 369% nel diventare pasta e addirittura del 1.325% se si trasforma in pane, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole.
La Coldiretti sta lavorando ad una strategia a livello nazionale per semplificare e razionalizzare la filiera in modo da rispondere alle esigenze degli agricoltori che chiedono redditi in grado di far sopravvivere le loro aziende e dei consumatori che chiedono prodotti agro-alimentari di qualità, genuini ma a prezzi in grado di non compromettere il loro potere di acquisto generale.