“Come la maggior parte dei progetti inerenti ai rifiuti, non è semplice capirne lo scopo. L’ampliamento dell’impianto di Cisterna è l’ennesimo progetto realizzato in provincia di Latina per soddisfare – si presume – le esigenze di località fuori provincia”, ci spiega Giorgio Libralato, o addirittura si pensa fuori regione.
A tale ampliamento è necessario considerare che a distanza di 15 chilometri pressappoco è situata la Rida Ambiente di Aprilia che possiede una capacità di lavorazione di 410 mila tonnellate annue ma al momento è ferma a 210 mila tonnellate; ed inoltre a poca distanza da Cisterna dovrebbero sorgere i due impianti di Borgo Montello, per cui si tratta da tempo in Regione. I numeri. I due TMB – secondo le nozioni rilasciate dall’Ing. Flaminia Tosini durante la Commissione Ambiente in Regione Lazio del Maggio scorso – possiederebbero una competenza di produzione di 25 mila tonnellate riservate per Indeco; mentre ad Ecoambiente poco più di 25 mila, e il 90% dovrebbe essere riservato alla parte urbana di Latina. Però – a detta degli esperti – i due impianti potrebbero raccogliere invece un numero molto più elevato di rifiuti urbani, che andrebbe addirittura a superare l’effettiva capacità della raccolta differenziata. La Regione Lazio, autorizzando l’ampliamento della Rida Ambiente alla lavorazione di 410 mila t/a, avrebbe di fatto abbracciato la situazione rifiuti di tutta la provincia. A cosa serve quindi un ingrandimento di un impianto a pochi chilometri da questa realtà presente sul territorio?
“Ogni progetto – spiega Libralato – concernente il settore dei rifiuti, risponde molte volte a logiche imprenditoriali concorrenziali e lucrative: questo è un servizio indispensabile ed inesauribile e tuttavia diventa una risorsa da soddisfare e rinnovare in continuazione con nuove soluzioni, trattamenti e volumi. Il mercato quindi, per coloro che lo soddisfano per primi, crea un vantaggio. La Regione Lazio è chiaro che sta continuando a rilasciare le autorizzazioni o comunque a valutare dei progetti, andando oltretutto a soddisfare necessità extraregionali. Purtroppo tali impianti si stanno concentrando tutti in provincia di Latina e in zone limitrofe dell’area romana, basti pensare a Velletri e in generale nella zona dei Castelli Romani: luoghi prescelti in cui vi sono stati disposti dei progetti relativi ad impianti con una capacità sovradimensionata. La realtà pocanzi descritta risponde a logiche commerciali ed imprenditoriali che non centrano nulla con la pianificazione territoriale, in un mercato che di per sé è saturo sotto questo aspetto. Suppongo inoltre che anche gli enti locali, tramite benefit e ristori, oppure in termini occupazionali, potrebbero essere interessati alla realizzazione nel territorio di competenza di queste mega strutture, le quali non risponderebbero invece a logiche di fabbisogno territoriale.”
Alla società Indeco che opera a Borgo Montello – secondo i dati acquisiti dalla Regione Lazio – sarebbe stata autorizzata la sopraelevazione del bacino per il deposito di rifiuti di origine urbana non pericolosi trattati e prodotti nell’ATO di Latina. L’abbancamento dei rifiuti verrà disposto su una superficie di circa 165.000 metri cubi per una durata di circa 2-3 anni.
Anche la società Ecoambiente ha proposto circa un paio di mesi fa l’ampliamento delle volumetrie per l’impianto di trattamento, recupero e valorizzazione di rifiuti non pericolosi con discarica di servizio, per un quantitativo di 400.000 metri cubi. Con il rinnovo dell’autorizzazione – avvenuta in data 12/02/2015 – è stato autorizzato l’aumento delle volumetrie per ulteriori 25 mila tonnellate. Attraverso il suddetto aumento volumetrico si pensa che potrebbero continuare le operazioni già autorizzate per la discarica.
Gli impianti di Borgo Montello, moderni e tecnologicamente avanzati, sarebbero dotati di requisiti atti ad abbattere qualsiasi rischio per la comunità e con una maggiore tutela della stessa. Ma l’interrogativo che rimane è sempre lo stesso: perché autorizzare l’abbancamento di volumetrie maggiori in un territorio – quello pontino – che di per sé sotto questo aspetto risulterebbe più che coperto?
Nel 2011 la “Refecta Srl” di Cisterna richiese un’autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l’ampliamento di quantitativi in ingresso rispetto all’esistente piano di stoccaggio dei rifiuti. La richiesta è stata accolta dopo tre anni. La determina regionale – tramite la quale si concede l’Aia – si autorizza la società al trattamento di un massimo di 650 tonnellate al giorno di rifiuti, e quindi 100 mila tonnellate annue. Di queste 100, 60 mila tonnellate potranno essere destinate ad un impianto di trattamento per la produzione di CSS (combustibile solido secondario). L’impianto è stato autorizzato dalla Regione quando l’allora commissario straordinario per l’emergenza rifiuti della provincia di Roma era Goffredo Sottile, che aveva fatto presente in una nota di pochi anni fa, la volontà di dare vita ad una strategia volta ad affrontare la crisi dei rifiuti della capitale. In parole povere: la provincia di Latina potrebbe essere la vittima sacrificale per la crescita capillare di nuovi o l’ampliamento di impianti già esistenti.
Nella Provincia di Latina sono presenti già diversi impianti: la “Rida Ambiente” di Aprilia, la “Csa” di Castelforte che opera nell’ATO di Frosinone; invece sul territorio di Frosinone è presente la “Società Ambiente Frosinone Spa” e la “Aria Srl”. A Roma – come è noto – vi è “l’Ama Spa” che gestisce due impianti ed il terzo è la discarica di Malagrotta del patron Cerroni. A Viterbo c’è la “Ecologia Viterbo”.
Secondo i dati ministeriali attuali, gli impianti lavorerebbero ad un ritmo inferiore rispetto alle capacità effettive individuali autorizzate dalla Regione Lazio. Il piano regionale dei rifiuti prevede un importante aumento della raccolta differenziata in virtù della determina europea in associazione però ad un aumento degli impianti da realizzare. Sembra che il dato più eclatante riguardi il numero di autorizzazioni rilasciate in provincia di Latina.
Da sottolineare a questo punto la richiesta accolta nel 2014 dalla Regione Lazio proveniente dalla società “Refecta Srl” di ampliare l’impianto situato a Cisterna di Latina in via Grotte di Nottola. L’ente regionale autorizza l’ampliamento per un conferimento giornaliero di 650 tonnellate per un totale annuo di 100 mila tonnellate – quantità complessiva al termine del processo di accrescimento – di cui 10 mila di categoria pericolosa ed il restante di natura non pericolosa.
Il piano dei rifiuti auspica la diffusione capillare della raccolta differenziata al 65% e l’erogazione di numerose autorizzazioni per la realizzazione di impianti TMB da parte della Regione Lazio. I numeri descriverebbero un andamento in netta crescita basti prendere in considerazione gli impianti di trattamento rifiuti nella nostra zona: la Rida Ambiente, in grado di lavorare 410 mila t/a, ne lavora effettivi 210 mila; la Indeco con le 210 mila tonnellate richieste dalla società e le 180 mila tonnellate richieste invece da Ecoambiente. Tenendo in considerazione i dati resi noti pocanzi l’aumento del trattamento presso gli impianti, che dovrebbe essere di circa 640 mila tonnellate annue come preventivato, sarebbe invece di quasi 800 mila tonnellate, tralasciando i 100 mila richiesti da Cisterna per il proprio ampliamento, di cui all’inizio dei lavori ne lavorava soltanto 60 mila tonnellate. In definita svolgendo una banale somma il potenziale (e non effettivo) ammontare dei rifiuti trattati dagli impianti annessi farebbe arrivare la provincia di Latina a sfiorare la spasmodica cifra di 1 milione di tonnellate trattabili sul territorio. A ciò – volontariamente – sono stati omessi i dati della provincia di Roma per far comprendere in proporzione la vastità delle possibili manovre in quest’area.
“Si tratta di un’indagine sulla raccolta dei rifiuti urbani e la successiva analisi dello stato di gestione, al fine di individuare casi virtuosi ed esempi di buona gestione da promuovere e divulgare, ma anche criticità e potenzialità di miglioramento. Sono ancora troppo pochi i comuni virtuosi, ma c’è un trend di miglioramento che va nella giusta direzione, ora l’impegno dei comuni su riciclo, riduzione e riuso sia asse portante dell’azione amministrativa” – dichiara Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio. Inoltre lo stesso ringrazia la Regione per il sostegno alle attività di Legambiente e chiede di mettere in pratica le linee guida sulla riduzione dei rifiuti in discarica già presentate e di avviare il percorso partecipato per la definizione del nuovo piano rifiuti, per avere dopo la sacrosanta chiusura di Malagrotta, un futuro libero da discariche, inceneritori e conferimento fuori ambito e un Lazio Rifiuti Free. Incalza il vice presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani: “Anche nel Lazio ci sono dei segnali positivi di discontinuità rispetto al passato caratterizzato dallo smaltimento in discarica. Ora serve replicare queste realtà virtuose a tutti i comuni laziali a partire da Roma e dai capoluoghi di provincia. Per velocizzare questa rivoluzione serve un nuovo sistema di penalità e premialità economica per chi smaltisce in discarica, che permetta di far pagare meno i Comuni ricicloni e di penalizzare quelli meno virtuosi. Anche sul fronte impiantistico è urgentissimo procedere alla realizzazione di impianti per il riuso e per il trattamento e riciclaggio dell’organico differenziato, ancora poco presenti sul territorio laziale. Solo così archivieremo una volta per tutte la dittatura delle discariche che, con le varie Malagrotta, Borgo Montello, Inviolata e Cupinoro, ha caratterizzato per decenni il ciclo dei rifiuti di questa Regione.”
Nei giorni scorsi i Carabinieri del Comando tutela ambiente di Roma, su delega della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, hanno ispezionato i quattro impianti di trattamento dei rifiuti (TMB) di Roma capitale, acquisendo la documentazione sui flussi in entrata e uscita, sugli impianti di destinazione finale e sui trasportatori.
Il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta onorevole Alessandro Bratti, riferisce che tali controlli sono utili per comprendere il ciclo dei rifiuti di Roma; i Carabinieri del Noe sono stati incaricati di ispezionare i TMB capitolini, fotografando lo stato dell’arte risalente agli ultimi tre anni. Dai primi dati raccolti sembrerebbe che un terzo dei rifiuti trattati siano destinati agli inceneritori; il restante continua ad essere conferito in discarica e soltanto una minima percentuale viene recuperata.
Per quanto riguarda i rifiuti destinati alla combustione in uscita dagli impianti, le principali mete sono i due inceneritori del Lazio (Colleferro e San Vittore) e del centro nord (Emilia Romagna e Lombardia). Gli scarti di lavorazione – che rappresentano una frazione consistente del rifiuto lavorato – vengono destinati in buona parte al conferimento nelle discariche. Tra queste si segnalano l’impianto di Borgo Montello (Latina), alcuni impianti della provincia di Frosinone, diversi siti dell’Emilia Romagna e una discarica di Brescia.
Il Dossier Ecomafie del 2015 vede il Lazio al 5° posto per i reati ambientali, con 6,1 illeciti al giorno. Sono 545 i reati di abusivismo edilizio e 486 illeciti nel ciclo dei rifiuti, Lazio al 1° posto nella classifica nazionale per numero di archeoreati. Da uno stralcio del Dossier si legge: “Il Lazio è al 5° posto nazionale per reati ambientali accertati, tristemente, e per il quarto anno consecutivo subito dopo le ‘tradizionali regioni a presenza mafiosa’. Nella classifica nazionale della corruzione, il Lazio si piazza invece al 4° posto con 26 inchieste aperte. I Principali protagonisti continuano a rimanere il ciclo del cemento e quello dei rifiuti che vedono il Lazio rispettivamente al 4° posto con 545 illeciti per abusivismo edilizio e addirittura in aumento per reati sul ciclo dei rifiuti dove dal 7° del 2014 (con 392 infrazioni) si passa al 4° posto con 486 illeciti. Roma si conferma regina dell’illegalità laziale nel ciclo dei rifiuti dove gli illeciti salgono dai 229 del 2013 ai 255 del 2014; seguono Latina con 140, Frosinone con 37, Viterbo con 28 e Rieti con 26.”
Melania Orazi