Domani, mercoledì 20 novembre, il Servizio Sanitario Nazionale si troverà a fronteggiare una delle più grandi sfide degli ultimi anni: uno sciopero nazionale di 24 ore che coinvolgerà medici, infermieri e tutto il personale sanitario. La protesta, indetta dalle principali sigle sindacali del settore, mira a denunciare le condizioni di lavoro sempre più precarie e sottofinanziate in cui operano i professionisti della salute.
Le ragioni alla base dello sciopero sono molteplici e profonde. La Legge di Bilancio 2025, recentemente approvata, ha previsto aumenti salariali giudicati insufficienti dai sindacati. Secondo uno studio della Federazione europea dei medici salariati (FEMS), i medici italiani sono tra i meno retribuiti d’Europa, una situazione che incide pesantemente sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Inoltre, i professionisti della salute lamentano:
Carenza di personale: l’abbandono del SSN da parte dei professionisti, che trovano condizioni più favorevoli all’estero o nel privato;
Burnout e stress: condizioni di lavoro estenuanti, carenze organizzative e violenze gratuite mettono a dura prova la salute mentale dei professionisti;
Ritardi nei rinnovi contrattuali: l’accordo per il contratto 2022-2024 non è ancora stato siglato, causando ulteriori disagi e incertezze.
Durante le 24 ore di sciopero, saranno garantiti i servizi di emergenza e di pronto soccorso, ma molte attività ambulatoriali e visite programmate potrebbero subire ritardi o cancellazioni. I cittadini sono invitati a informarsi presso le strutture sanitarie per eventuali riprogrammazioni.
La richiesta di un cambio di rotta
I sindacati chiedono un “cambio di rotta immediato” e un maggiore investimento nella sanità pubblica. La Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) ha sottolineato l’importanza di valorizzare i professionisti della salute, sottolineando che senza il loro impegno e i loro sacrifici il sistema sanitario non può funzionare.
Lo sciopero di domani rappresenta un punto di non ritorno. I professionisti della salute chiedono un segnale forte da parte del governo, che dimostri l’importanza della sanità pubblica e la volontà di investire nelle risorse umane. Se le richieste dei sindacati non verranno ascoltate, il rischio è quello di assistere a un ulteriore deterioramento del sistema sanitario nazionale, con gravi conseguenze per la salute dei cittadini.