Shanghai Expo 2010

SHANGAI EXPO 2010, Cina al centro dell’economia mondiale

L’Italia punta su: “Better City, Better Life” ossia pensare le città del futuro per vivere meglio

Per questa Esposizione universale la Cina ha speso 4,2 miliardi di dollari. Si tratta dell’esposizione più costosa della storia, secondo quanto affermato dai media locali il costo totale, che comprende le infrastrutture della città, si aggira intorno ai 58 miliardi di dollari.
L’evento ha anche una certa importanza politica. All’inaugurazione vi hanno infatti partecipato diversi leader stranieri, come il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente della Commissione europea José Manuel Borroso. Shanghai si aspetta 70 milioni di visitatori, il 5 per cento dei quali stranieri.

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L’Expo andrà avanti fino al 31 ottobre e vedrà la partecipazione di 189 Paesi. In questi mesi la Cina sarà sotto gli occhi di tutto il mondo. Il padiglione italiano dell’Expo Shanghai 2010 è stato inaugurato dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, interpreta il tema dell’Expo Shanghai, “Better City, Better Life” ossia pensare le città del futuro per vivere meglio, attraverso strategie di urbanizzazione e di sviluppo sostenibili. Il padiglione è stato costruito con il “cemento trasparente”, un’innovazione unica presentata per la prima volta all’Expo cinese.
Che venga raggiunto o no l’ambizioso obiettivo dei 70 milioni di visitatori, l’Expo di Shanghai contribuirà comunque, fra molte altre cose, a far salire la Cina nella classifica del turismo mondiale: oggi la Repubblica Popolare Cinese è il quarto Paese al mondo per arrivi internazionali, ma secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo fra soli 10 anni, cioè nel 2020, la Cina diverrà il Paese più visitato del pianeta. Un business da 210 milioni di turisti e 300 miliardi di dollari di entrate valutarie, di cui 69 miliardi per viaggi d’affari.
Secondo il China National Tourist Office, nel 2009 sono stati quasi 22 milioni gli arrivi stranieri in Cina, provenienti anzitutto da Giappone e Corea (con 3 milioni di arrivi ciascuno) e poi da Russia e Stati Uniti (entrambi con oltre 1,7 milioni di arrivi). L’industria turistica cinese (sia incoming sia outcoming) presenta dunque enormi margini di sviluppo, frenati però da una persistente, parziale chiusura del Paese verso l’esterno: i cinesi, insomma, hanno ancora qualche difficoltà ad andare all’estero (per ragioni economiche, politiche e anche tecniche, relative cioè ai vincoli cui sono sottoposte le 10mila agenzie di viaggio cinesi nell’emissione dei biglietti aerei). Resta comunque il fatto che fra 10 anni i cieli più trafficati del mondo saranno quelli cinesi, secondo il costruttore europeo Airbus, che prevede per il prossimo ventennio una crescita annua del 7,9% in questo settore.
Come si pone l’Italia in tutto questo? Con 200mila arrivi in Cina nel 2009 l’Italia si è collocata al quarto posto fra i Paesi europei, dopo Gran Bretagna, Germania e Francia. Ancora poco, rispetto alle potenzialità dell’interscambio turistico fra Italia e Cina, comunque in crescita in entrambe le direzioni. La musica popolare, la cucina, l’artigianato di ogni Regione formano le tessere di un unico grande mosaico che daranno alla Cina l’immagine di un’Italia vera, genuina, creativa e soprattutto viva e attraente. Grazie a tutte le realtà locali che si alterneranno durante i sei mesi dell’Expo, il mosaico Italiano si comporrà all’interno del Paglione, accompagnato da una serie di eventi collaterali che manterranno alta l’attenzione sul nostro Paese, con un crescendo di attenzione che culminerà ad ottobre con la presentazione della nuova grande sfida Italiana: l’arrivederci a Milano nel 2015 per la prossima Esposizione Universale.

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Cristina Farina

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