VIA LIBERA DELL’U.E. AI “POLLI ALLA VARECHINA” PROVENIENTI DAGLI U.S.A.

E’ grave la decisione della Commissione Europea di impegnarsi a proporre entro il prossimo Giugno un cambio nella legislazione comunitaria per permettere l’importazione e la produzione nei Paesi Membri di carne di pollo “lavata con varechina”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le dichiarazioni congiunte formulate al termine del secondo incontro del Consiglio Economico Transatlantico (Tec) tra Unione Europea e Stati Uniti, nel quale la Commissione si è impegnata a trovare una soluzione su questo punto con gli Stati Membri ed il Parlamento Europeo prima del prossimo incontro del Tec, previsto nell’autunno 2008.
Il pressing esercitato dagli Stati Uniti sembra dunque aver avuto successo con le ragioni dei consumatori che sono state sopraffatte dagli interessi della diplomazia per la necessità di rafforzare i rapporti tra Stati Uniti ed Europa in un momento di difficoltà economica internazionale.
Il via libera al pollo al cloro sul mercato comunitario preoccupa per i rischi legati alla salute dei cittadini e all’ambiente e per la compromissione della fiducia dei consumatori. Perplessità sono state sollevate sia da alcuni componenti dell’esecutivo comunitario quali i Commissari Dimas (Ambiente), Fisher-Boel (Agricoltura) e Vassilious (Salute) sia da esponenti di importanti Stati Membri quali la Germania, la Francia, l’Italia, la Spagna, il Portogallo(ma anche da Belgio, Austria, Grecia, Finlandia, Lettonia, Romania, Lussemburgo, Irlanda, Ungheria e Cipro!).
Il divieto imposto dall’Unione Europea ai polli alla varechina americani risale al lontano 1997  a causa proprio del metodo utilizzato negli USA  per il trattamento delle carcasse con bagni di antimicrobici (prodotti a base di ipoclorito di sodio, di biossido di cloro e di fosfato trisodico) mentre nell’U.E. è stabilito che per tale trattamento si debba utilizzare solo acqua potabile. Nello specifico questi prodotti usati negli USA sollevano molte perplessità riguardo le possibili reazioni chimiche, le variazioni del gusto, gli effetti tossici in caso di ingestione dei residui di queste sostanze, e non in ultimo, il rischio di insorgenza di ceppi di batteri resistenti come conseguenza dell’uso estensivo di questi antimicrobici.
Secondo indiscrezioni già il prossimo 28 Maggio la Commissione Europea dovrebbe presentare un testo che autorizza per due anni la ripresa delle importazioni di pollame dagli Usa, pur con una etichettatura specifica e l’aggiunta di diverse precauzioni per i consumatori come quella di risciacquare con l’acqua i polli acquistati così trattati chimicamente (!!!!).
Secondo la Col diretti l’accordo tra le due sponde dell’atlantico è una sconfitta per l’Europa che è leader mondiale nelle garanzie di qualità alimentare ed ha la responsabilità di mantenere questo livello di eccellenza a garanzia della sicurezza dei cittadini. Si precisa che l’Italia è più che autosufficiente nei consumi interni di carne di pollo grazie a più di 6000 allevamenti presenti sul territorio nazionale. Il settore avicolo italiano si è appena ripreso da una profonda crisi conseguente alla “bufala mediatica” dell’influenza aviaria di due anni fa che aveva rischiato di distruggerlo completamente.

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