Ogni stagione ha i propri frutti tipici, con colori e profumi che materializzano in ognuno di noi delle immagini. Così la castagna, per gli antichi romani “ la ghianda di Giove ”, ricorda il periodo freddo che sta arrivando, il Natale, i colori caldi e il tepore di un focolare. Paganico Sabino, piccolo comune reatino circondato dal Parco Naturale dei Monti Cervia e Navegna, festeggia domenica 4 novembre la 13° edizione della sagra dedicata alla castagna.
Chiusa nel riccio spinoso la castagna ha evocato nel tempo, nella nostra cultura, molteplici figure. Dall’immagine di un Gesù tormentato a simbolo della Vergine Immacolata Concezione . Nasce infatti tra le spine senza esserne scalfita. Arrostita, bollita in acqua o latte, seccata e macinata come il chicco di grano e la farina impiegata in polente, puree e castagnacci. La castagna ha avuto nei secoli la stessa valenza del pane. Verrà servita calda e arrostita a tutti i buongustai che il 4 novembre verranno a conoscere Paganico Sabino. Ma la castagna non sarà da sola nel menù a lei dedicato. Pasta fatta in casa, salsiccia, bruschetta, vino e ciambelline fatte dal Forno locale da intingere nel vino arricchiranno infatti la tavola paganichese. L’ appuntamento è diventato in tredici anni una tradizione in questa parte dell’anno, che ha trovato a Paganico Sabino un proprio luogo d’elite per questo frutto, visto il proliferare di castagni nella zona. Un giorno intero per conoscere meglio questo prodotto, il suo ambiente naturale e le sue possibilità di utilizzo in cucina.
Paganico Sabino è tra i paesi più antichi della Valle del Turano. L’aspetto del borgo è quello di un “castrum” medioevale; l’ingresso è segnato da due porte che conducono, tramite strettissime viuzze, al cuore del paese nel quale si presume ci sia stata l’Antica Rocca, il luogo porta infatti il suo nome. Alla sommità del paese si trova la chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione con l’interessante presenza di un affresco tardo quattrocentesco della Crocifissione. Poco distante dal paese (circa 2,5 Km), nelle vicinanze del fiume Turano si trova la “Pietra scritta”: un monumento funerario a forma quadrangolare che la tradizione popolare ha indicato con questo nome. Per entrambi i luoghi sono previste visite guidate.
Per chi invece vuol dedicarsi alla scoperta della castagna può incamminarsi lungo un itinerario, a poco più di 3 km da Collegiove dove iniziano vari appezzamenti di castagneti da frutto di grandi dimensioni e straordinaria bellezza per l’armonia della forma del fusto e della chioma. Già sul bordo strada e un po’ più internamente, s’incontrano alcuni giganteschi fusti di castagno di circa 300 anni, di cui alcuni tagliati a pochi metri da terra e su cui si affacciano giovani piante.
Info
Luogo – Centro storico di Paganico Sabino
Data/ora – 4 novembre dalle 11 fino al calar del sole
Costo – non ci sono costi di entrata
Info – 3408505381