Spesso il nostro pensiero è rivolto a mete lontane, paradisi incontaminati che affollano i nostri sogni, ma per sognare non dobbiamo andare troppo lontani. La Sardegna è una Perla che ci invidiano da tutto il Mondo con coste frastagliate, acque turchesi, spiagge di sabbia bianca, divertimento e tutto ciò che si può desiderare per una vacanza perfetta.
Le attrazioni della Sardegna non si contano ma noi vogliamo soffermarci e consigliarvi alcuni luoghi conosciuti da tutti e da sempre nell’immaginario collettivo di paradiso terrestre: la Costa Smeralda e l’Arcipelago de La Maddalena
L’arcipelago della Maddalena si trova nella parte nord est della Sardegna ed è composto da sette isole: Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli, Razzoli e Santa Maria, oltre le quali si apre lo stretto delle Bocche di Bonifacio. L’arcipelago de La Maddalena si estende per 20 km quadrati ed ha 11.000 abitanti. All’unica cittadina abitata, fa da cornice una natura splendida e selvaggia, con isole e isolotti che fanno parte del Parco Marino, spiagge di sabbia finissima che svariano dal dorato al rosa intenso, i fondali ricchi di pesci e di reperti archeologici, che dire, non male i nostri Caraibi.
Parlando della Maddalena vogliamo soffermarci sull’Isola di Budelli perché una delle spiagge più belle, particolari e colorate del Mondo, si trova proprio qui ed è la spiaggia rosa
Il suo colore deriva da frammenti di corallo, conchiglie, molluschi e piccolissimi pezzi di granito.
La Sardegna e la sua Costa Smeralda sono un vero spettacolo che attira turisti da tutta Europa.
Quando si parla di Costa Smeralda, il nome Porto Cervo viene quasi automatico e, anche se oggi è uno dei luoghi più in d’Italia, un tempo era un semplice territorio isolato, abitato per lo più da contadini ed allevatori. Il centro è formato da molti archi e costruzioni in pietra ed il borgo è un luogo bello e misterioso al tempo stesso.
Una delle zone più interessanti in Costa Smeralda è Cala di Volpe, dove la natura prende il sopravvento sull’uomo e dove sembra di essere in paradiso. Cala di Volpe è un golfo, protetto, pieno di verde, con profumi e odori mediterranei dove risiedono i vip con le ville più esclusive.
Purtroppo la Sardegna negli ultimi anni è stata vittima del gioco a ribasso e poi rialzo dei prezzi dei traghetti, con l’acquisto di Tirrenia da parte del gruppo Onorato (già proprietario di Moby Lines) si è quasi azzerata la concorrenza a discapito del consumatore finale.
Per superare questo limite la Cabril Viaggi, ormai da diversi anni, propone pacchetti con villaggi e nave gratis, dove al costo della struttura alberghiera in pensione completa viene offerto al cliente il passaggio nave compreso di auto.
Nella zona nord-ovest, la famosa Costa Smeralda, offre innumerevoli strutture dove poter trascorrere le proprie vacanze in completo relax con mare caraibico ed ottimi servizi alberghieri, tutto questo a prezzi concorrenziali anche per famiglie con bambini grazie alla formula bambini gratis fino a 14 anni.
I villaggi a quattro stelle come il Torre Moresca e Marina Beach da anni garantiscono ai clienti Cabril Viaggi una splendida vacanza.
Per chi invece cercasse resort con particolare attenzione al benessere, alla cucina e all’eco-sostenibilità la catena Delphina offre tutto quello che si ha bisogno.
Le 8 strutture sparse in Gallura sono inserite in scenari da cartolina con spiagge e calette riservate solo ai propri clienti, il tutto accompagnato da chef di altissimo livello e centri SPA specializzati nella Talassoterapia.
L’atto formale che segnò la nascita del Consorzio Costa Smeralda è datato 14 marzo 1962. Karim Aga Khan, Patrick Guinness, Felix Bigio, Andrè Ardoin, John Duncan Miller e Renè Podbielski si ritrovarono davanti al notaio per firmare lo statuto e gli atti di compravendita dei 1800 ettari di terreno acquistati dai promotori del Consorzio nell’area compresa tra Liscia di Vacca e Razza di Juncu, tra i Comuni di Arzachena e Olbia.
Fino a cinquant’anni fa le poche famiglie che popolavano le campagne di Monti di Mola diffidavano dei terreni più prossimi al mare, malarici e improduttivi. Nessuno li voleva e spesso finivano in eredità come i pezzi meno pregiati del patrimonio familiare.
Quei litorali allora ripudiati, oggi sono il cuore della Costa Smeralda. Basterebbe questo apparente paradosso per spiegare quanto profondamente abbia inciso sulla storia dei luoghi che ne sono stati protagonisti la nascita e lo sviluppo di uno dei comprensori turistici più famosi al mondo.
I colori cristallini dell’acqua, il candore di spiagge immacolate e i graniti modellati dalla natura come plastiche sculture lasciarono senza parole Karim Aga Khan . Su suggerimento dell’architetto Luigi Vietti l’Aga Khan pensò che quell’angolo dell’Isola potesse chiamarsi Costa Smeralda, traendo ispirazione dalla magia cromatica di un mare trasparente profondamente insinuato in mille insenature. L’avvenire turistico di Monti di Mola venne tratteggiato in quel momento.
Come realizzare un investimento in una zona, Monti di Mola, in cui non c’erano strade, acqua, luce elettrica? I soldi non mancavano di certo.
Dietro l’Aga Khan e le sue società, sede a Vaduz, c’erano tra le famiglie più ricche d’Europa, dai Rothschild ai Furstenberg. Avevano trovato un’isola così simile ai Caraibi, e così vicina a Londra e Parigi, che potevano permettersi anche di perderci qualcosa.
Ma come muoversi? La politica non poteva, e neppure voleva, dare una grande mano. Il turismo era un oggetto sconosciuto, su cui nessuno voleva scommettere. La politica non metteva neppure paletti, per la verità. L’Italia e la Sardegna non avevano una legge urbanistica, non esistevano i piani urbanistici comunali. L‘Aga Khan avrebbe potuto fare quello che voleva.
Poteva dire: “Questa terra è mia, ci costruisco quello che voglio, dove voglio”. Decise di non farlo. L’investimento ne avrebbe risentito, il suo buon nome nel mondo pure.
L’Aga Khan aveva il minimo necessario per avviare le sue opere. Furono aperti i cantieri del Cala di Volpe, del Pitrizza, e cominciarono a spuntare le ville.
Poi arrivò la costruzione di Porto Cervo, nel 1964, anno dell’inaugurazione. Senza un piano urbanistico pubblico, a dettare le regole ci pensò quello privato del consorzio. Il comitato d’architettura, con Vietti, Couelle, Busiri Vici, stabiliva dove si poteva costruire, e come. Non sempre evitò le speculazioni, né fermò alcune brutture, ma comunque fece ciò che né la Costa Azzurra né la Costa del Sol né la riviera adriatica fecero: mise dei vincoli.
Se non un modello, termine su cui la disputa è ancora aperta, la Costa Smeralda divenne un sistema. Dietro lo sviluppo delle ville, arrivò quello degli alberghi, e a ruota le infrastrutture, dalle strade all’acqua all’aeroporto di Olbia.
L’Aga Khan costituì una serie di società per creare una nuova economia dal nulla, come la Meridiana . La Gallura cambiò, la Sardegna anche. I figli dei pastori andarono a studiare, altri trovarono lavoro nel Consorzio, altri ancora si inventarono imprenditori turistici. Olbia e Arzachena esplosero demograficamente.
La Costa Smeralda generò nuovi bisogni, accelerando quelli nati sull’onda del boom economico nazionale. Ma fermò in parte l’emigrazione dei sardi. L’occupazione divenne solida, ben retribuita, anche tutelata sindacalmente. Nuove professioni si affermarono con la nascita di una scuola alberghiera qualificata e tante opportunità di lavoro legate al turismo.
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