Viaggio nelle fonti termali libere in Toscana
Veri e propri paradisi liberi che l’uomo ha saputo sfruttare senza compromettere con le speculazioni
Almeno una volta nella vita, abbiamo tutti provato il piacere di immergere il nostro corpo nelle acque termali, per assaporare quella sensazione unica di relax, ma anche per poter curare in maniera naturale le più diverse patologie (malattie reumatiche, dermatologiche, vascolari, delle vie respiratorie e dell’apparato urinario). Forse non tutti sanno che per godere dei benefici di queste acque non bisogna per forza pagare un biglietto. Al di là dei numerosi stabilimenti termali disseminati in tutta Italia, e che forse conosciamo bene, si estende infatti una vasta gamma di vasche e polle naturali completamente libere, talvolta immerse in luoghi da sogno, e frequentate da un pubblico senza pretese, spesso giovane, ma non solo.
Veri e propri paradisi liberi, che l’uomo ha saputo sfruttare senza compromettere con le speculazioni. Purtroppo ne restano pochi, di questi posti magici, la maggior parte concentrati in una regione dai colori incredibili, dai sapori unici e dalle colline incantate: la Toscana.
Il nostro viaggio comincia a sud. Infatti a pochi chilometri di distanza da Manciano, immersa nella bassa Maremma Toscana, si trova una delle cascate più note non solo nella regione ma in tutta Italia, ovvero Saturnia. La leggenda narra che per placare le controversie tra gli uomini che abitavano nella zona, il dio Saturno lanciò una saetta su di un vulcano facendo sgorgare acqua caldissima e sulfurea direttamente dalle viscere della Terra, che ebbe l’effetto di ridurre l’aggressività del popolo. I resti di mura etrusche e romane testimoniano l’antica popolarità di questo luogo a dir poco affascinante, ricco di storia e mitologia. Per chi non ama rinunciare alle comodità, alla libera fruizione delle affollate “Cascate del Mulino” si affianca la possibilità di godere di uno stabilimento termale situato a pochi chilometri di distanza, dotato di tutti i comfort.
Risalendo le pendici del Monte Amiata, là dove hanno origine le acque di Saturnia, sorge, a circa 520 metri di altezza, un pittoresco gruppo di case chiamato Bagni San Filippo. Basta entrare nel bosco e percorrere poche decine di metri per trovarsi di fronte ad uno spettacolo fiabesco: un candido ruscello scorre tra rocce calcaree ed insenature verdeggianti, scivolando sotto a quella che chiamano “Balena bianca”, una cascata di travertino bianchissimo (per il calcio ed il bicarbonato) con tanto di stalattiti e stalagmiti. Purtroppo lo stabilimento termale sta sempre più deviando a suo beneficio il flusso delle acque, ed ormai i bacini più caldi (dove è possibile immergersi anche d’inverno) sono rimasti quelli sotto al canale di scolo della piscina dell’hotel…
Uno dei borghi medievali più suggestivi della Val d’Orcia, immerso nei colori inebrianti delle colline toscane, è sicuramente Bagno Vignoni. Grazie alla particolare posizione geografica (si trova infatti lungo la via francigena) ha potuto godere di grande fama presso i pellegrini, e personaggi illustri come Papa Pio II e Lorenzo il Magnifico hanno voluto visitare personalmente quest’oasi di benessere a pochi chilometri da San Quirico D’Orcia. Purtroppo non rimane altra maniera di usufruire delle acque termali se non quella di utilizzare lo stabilimento, in quanto l’acqua che prima confluiva caldissima in alcune vasche in fondo alla vallata, adesso si è raffreddata ed è possibile immergersi soltanto in estate. Resta comunque la possibilità di godere di un paesaggio mozzafiato.
Continuando il viaggio verso ovest, tra Siena e Grosseto, e superando la Val di Chiana (altra zona ricca di sorgenti termali, dove sono sorti importanti centri come Chianciano Terme e Rapolano Terme, ma che di fatto non offrono più vasche a libero accesso) troviamo quella la famosa Petriolo: una delle zone più frequentate specialmente d’inverno, dove l’acqua infatti sgorga ad una temperatura superiore ai 40° riversandosi in piccole vasche scavate nella roccia, adagiandosi infine sul letto del fiume Farma.
Le sue rinomate proprietà curative spinsero sul posto vari esponenti dei Medici e dei Gonzaga, e ancora oggi si tratta di una meta molto ambita soprattutto dai giovani, giorno e notte, nonostante il forte odore di zolfo (è una delle acque più solforose) che si innalza dalle vasche.
Alcuni consigli: data l’assenza di personale che assicuri una corretta fruizione delle acque termali, e di controlli medici che ne disciplinano l’utilizzo, bisogna ricordare le buone norme per evitare inconvenienti. Per esempio, meglio evitare i bagni dopo pasti abbondanti. Là dove le cascate sgorgano ad una temperatura superiore ai 40 gradi, è bene non sostare più di 5 minuti, alternando il bagno con acqua tiepida. Anche in presenza di una temperatura media di circa 30° è preferibile fare bagni brevi, non oltre i 20 minuti, e frequenti, per adattare l’organismo agli stimoli ricevuti ed alle peculiari caratteristiche dell’acqua termale. In particolare si sconsiglia alle donne in stato di gravidanza ed alle persone che presentano bassi valori di pressione arteriosa. Se non abituati, ai guidatori si suggerisce di bere caffè all’uscita dalle vasche, infatti i numerosi sali minerali disciolti in acqua potrebbero causare sonnolenza.
Marta Casini