L’informatica ha cambiato in pochi anni gli equilibri mondiali. Internet è oggi il maggiore mezzo di comunicazione e viene utilizzato da oltre due miliardi di persone. Ai suoi esordi, quindici anni fa, la rete contava “appena” 16 milioni di utenti. Nel 2000 gli internauti erano diventati 500 milioni e cinque anni dopo erano già un miliardo. La crescita è vertiginosa ed è curioso scoprire che è stato uno sviluppo spontaneo. Il custode di tutte queste anime è Google, che viene ormai spesso identificato con l’idea stessa di internet. Google indubbiamente deve il suo successo a scelte di marketing azzeccate e alla valorizzazione dei suoi dipendenti, ma prima di tutto all’algoritmo che gestisce le ricerche degli utenti. Questo algoritmo riesce a dare risposte soddisfacenti, ma per avere risposte complesse, servono tecnologie intelligenti. La domanda ora è: si possono fare domande complesse ad un computer?
Questo è ciò di cui ci parla Luca A. Ciorra, ingegnere informatico di Aprilia, classe ’86 che si è appena divertito a lavorare su una tesi di Laurea su questo argomento, nello speficico quello che chiama database Ontologico.
Abbiamo provato a fare a lui la stessa domanda.
Ciao Luca e congratulazioni per il traguardo. Cosa ci dici? Si possono fare domande complesse ad un compuer?
Ciao e grazie intanto. Certamente si possono fare. Non c’è limite teorico. Il lavoro che ho svolto io parla di questo, regole che si frappongono fra la domanda e l’offerta e fanno in modo che la domanda raggiunga sempre l’offerta, ma non si limitano a questo. Aggiungono delle informazioni, che permettono a chi fa la domanda di ottenere risposte intelligenti. Per capire meglio, prendiamo un archivio contenente una sola informazione, magari che mio “padre” si chiama “Giulio”. E’ implicito che un padre sia anche figlio, eppure senza le regole dei sistemi Ontologici a fare da mediatori il computer non potrebbe intuire questa informazione e la ometterebbe sempre.
Chiaro e interessante. Correggimi se sbaglio: Facebook, quando ci avvisa che potremmo conoscere una determinata persona, lo fa tramite queste regole?
Si, non completamente, ma il lavoro è molto simile. Questa modo di operare ha molte applicazioni pratiche e quello che ci preme è di renderlo il più possibile semplice e attuabile nelle attività quotidiane, come già avviene in parte.
Possiamo parlare di intelligenza artificiale?
Si, dipende sempre dalle applicazioni e dalla complessità delle regole, ma può essere considerata una forma di intelligenza. L’Ontologia deriva dalla filosofia, dallo studio dell’Essere. I greci erano incuriositi da molte cose, tra cui il ragionamento umano. Alcuni rami dell’Ontologia si occupano di convertire i meccanismi del ragionamento umano a regole matematiche, in modo che siano applicabili anche ai computer.
Quali sono i limiti?
Come dicevo prima, non esistono vincoli teorici, le uniche problematiche sono l’immaginazione degli adetti ai lavori, la capacità di calcolo dei computer e l’abilità dei ricercatori di semplificare al massimo queste famose regole.
Il tuo progetto, in particolare, di cosa si occupa?
Il mio progetto entra molto nello specifico; in poche parole è un sistema di regole che valorizza la ricerca effettuata da un qualsiasi utente. Potremmo chiarmalo database Ontologico.
Bene. Grazie allora, saluti da Sfera e in bocca al lupo!
Grazie a voi e crepi il lupo!
Abbiamo visto come funziona grosso modo un database Ontologico e quanto queste innovazioni possono influenzare sensibilmente la quotidianità. Non ci resta che aspettare ulteriori sviluppi.
Pochi anni e tante novità, questo è il ritmo dell’informatica.